Day: 27 marzo 2014

Lettera aperta a Monica Frassoni

Cara Monica, 
abbiamo letto  e sostanzialmente condiviso le tue riflessioni apparse su http://www.huffingtonpost.it/monica-frassoni/. 
 Condividiamo moltissimo la tua ultima affermazione: “Ma proprio le elezioni di maggio potranno essere l’occasione giusta per porre un freno al dilagare dei populismi e dare un segnale forte per una trasformazione ecologica dell’economia e della società, per un’Europa più aperta e più democratica.”
 Quello che francamente ci sfugge, ed un po’ disorienta, è come il corrispondente degli elettori verdi francesi possano farlo in Italia. Alle prossime elezioni europee l’elettorato ecologista sarà, come da molto tempo accade, diviso in mille rivoli. Ecodem con Renzi, M5S, L’Altra Europa con Tsipras e, apprendiamo oggi,  avete deciso di presentare una lista Verdi-Green Italia, per le prossime elezioni europee (pur sapendo, e questo è un fatto grave, che non avete alcuna possibilità di raggiungere lo sbarramento).

 

Quindi come rispondere concretamente alla tua domanda come fare per “porre un freno al dilagare dei populismi e dare un segnale forte per una trasformazione ecologica dell’economia e della società, per un’Europa più aperta e più democratica”?

 



Come sai noi una scelta l’abbiamo fatta. Ed è quella che in modo, perdonaci, un po’ superficiale liquidi in un tuo scritto precedente. La lista L’Altra Europa con Tsipras lungi dall’essere “un’occasione perduta” (al limite lo potrà diventare) è l’unica possibilità che abbiamo in concreto per trasformare in realtà il tuo auspicio. 

Non comprendiamo come non si possano non vedere la quantità di ottime candidature “ecologiste”, presenti in tutte le circoscrizioni, di questa lista, ma soprattutto, e questo è veramente il nostro cruccio, come non si possa non vedere in questo ennesimo tentativo, la possibilità di dare risposta ad intuizioni che Alexander Langer, che tu conosci bene, in disperante (e disperata) solitudine, ebbe già 20-30 anni or sono.

 Che ci sia l’esigenza di “una formazione meno partitica, meno ideologica, meno verticistica e meno targata “di sinistra” ” Langer lo diceva nel 1994, aggiungendo che “ciò non significa che bisogna correre dietro ai valori ed alle finzioni della maggioranza berlusconiana, anzi. Occorre un forte progetto etico, politico e culturale, senza integralismi ed egemonie, con la costruzione di un programma ed una leadership a partire dal territorio e dai cittadini impegnati, non dai salotti televisivi o dalle stanze dei partiti. Bisogna far intravvedere l’alternativa di una società più equa e più sobria, compatibile con i limiti della biosfera e con la giustizia, anche tra i popoli. Da molte parti si trovano oggi riserve etiche da mobilitare che non devono restare confinate nelle ‘chiese’, e tantomeno nelle sagrestie di schieramenti ed ideologie. Ma forse bisogna superare l’equivoco del ‘progressismo’: l’illusione del ‘progresso’ e dello ‘sviluppo’ alla fin fine viene assai meglio agitata da Berlusconi.”



Tu ci dirai che la lista Tsipras è una lista della sinistra radicale (come viene comunemente affermato) e che Tsipras stesso è leader di Siriza (la sinistra radicale greca). 
Se per Tsipras e Siriza questo è inconfutabile, per quanto riguarda la lista “L’Altra Europa con Tsipras” ci permettiamo di intravedervi un laboratorio che va oltre ed esattamente nella direzione “sognata” da Alex.
Gli, e soprattutto La, intellettuali/e, che hanno promosso l’appello hanno dato “uno spazio teorico-politico” al progetto in cui certa sinistra ha sicuramente un ruolo fondamentale e fondante, ma che inevitabilmente rompe e travalica certi confini coinvolgendo un fare civile e civico, più che ideologismi astratti, una visione fortemente europeista (non sempre patrimonio della sinistra) ed, ultima, ma non ultima, la consapevolezza che non c’è uscita dalle politiche di rigore e da questa crisi senza una conversione ecologica dell’economia e della società nel suo complesso.

I punti programmatici della Lista (i tre obiettivi e i 10 punti che sostanziano il programma futuro) sono condivisibili e equilibrati nella loro determinata progettualità verso un’Europa politica. Non paventa una suicida uscita dall’Euro ma prospetta un’Europa antiliberista, ecologista, pacifista e democratica. Quali basi migliori per cominciare a costruire una direzione diversa?

La Conversione ecologica è il secondo punto programmatico della Lista: l’intervento di chi può sostanziare questo obiettivo è fondamentale e cruciale. Sottrarre la presenza di chi può farlo risulta francamente incomprensibile, in un momento storico dove non possiamo più permetterci (e quando mai in realtà sono stati utili?) dei distinguo basati sulla preservazione delle identità più che sugli obiettivi sostanziali.

Questo è un progetto politico ancora tutto da costruire: chi si sottrae lascia spazio a chi dice di non volerlo lasciare.

Ancora due osservazioni.



Come può non vedere una federalista europea come te, il fondamentale contributo che Barbara Spinelli sta portando al progetto? 



E sempre tornando a Langer, che sia proprio dal sud dell’Europa, dall’Europa Mediterranea che tutto prende avvio, non ti ricorda niente del suo impegno?



E’ vero ci sono i comunisti e la sinistra radicale. Ma i Verdi non hanno mai avuto problemi in passato a farvi alleanze con accordi di vertice (Sinistra Arcobaleno, Sinistra&Libertà) che nulla avevano a che vedere con quella “costruzione di un programma ed una leadership a partire dal territorio e dai cittadini impegnati, non dai salotti televisivi o dalle stanze dei partiti” che Alex auspicava.  
E non era sempre Langer ad invitare i rossi ad essere più rossi, i verdi più verdi, i cristiani più cristiani sapendo che andando alla radice ci possiamo più che incontrare? Ad invitare ciascuno a non arrogarsi il diritto di indossare da solo la bandiera del cambiamento? E soprattutto ad essere sempre pronti a sciogliere vecchie appartenenze e coagularsi di volta in volta in ciò di cui vi è più bisogno? “La logica dei blocchi blocca la logica”, ce l’ha insegnato il movimento pacifista. E per coagulare sul serio percorsi ed ispirazioni diverse in uno sforzo comune (non necessariamente in un partito comune!), bisogna che prima di tutto le rigidità e gli spiriti di bandiera si attenuino e magari si dissolvano.”A.L.

 



Proviamo a farlo tutti insieme. Non è detto che l’occasione si ripresenti.

per Ecologiste/i con L’Altra Europa



Roberta Radich


Pietro Del Zanna